Ansia

Ansia

Cosa si intende con il termine ansia?

L’ansia è una reazione innata ed adattiva e ciò significa che di fronte a particolari situazioni la reazione di attivazione ci si attende che venga messa in atto in quanto utile a preservare l’integrità della persona: i nostri antenati di fronte a pericoli (ad esempio animali feroci) avevano una reazione corporea che li preparavano ad una reazione di attacco o di fuga, proprio in virtù della percezione del pericolo. Possiamo pensare pertanto che, proprio grazie a queste reazioni, l’essere umano sia arrivato fino ai giorni nostri.

Quindi l’ansia non è un’emozione! Molto spesso mi capita infatti di vedere l’ansia scambiata per un’emozione; infatti, anche se come le emozioni l’ansia fa parte della natura umana, l’ansia è una reazione adattiva agli eventi della vita ritenuti pericolosi e a emozioni.

​Quando diventa disadattiva?

Nella società contemporanea occidentale i pericoli sono differenti rispetto a quelli dei nostri antenati; tuttavia la reazione al pericolo o a situazioni ritenute tali, o che ci mettono paura sono le medesime.

Pertanto, nel momento in cui l’ansia rimane moderata può risultare per la persona utile in quanto permette l’attivazione dello stato di allerta, tale da permettere di agire tempestivamente in caso di necessità.

Tuttavia, qualora dovesse divenire eccessiva o intensa rispetto alla situazione che la persona si trova a vivere o qualora dovesse durare troppo a lungo, così da interferire con le normali attività quotidiane diviene una sintomatologia riferibile ai disturbi d’ansia.

Un esempio può essere un esame importante o un colloquio di lavoro: un livello adattivo di ansia permette alla persona che si accinge all’evento di attivare tutte le risorse che possiede al fine di rimanere concentrato e svolgere l’evento al meglio delle sue possibilità. Qualora però questa attivazione dovesse essere eccessiva non sarebbe più adattiva, bensì ostacolante, rischiando quindi di compromettere l’esito stesso dell’evento.

Similmente, la completa assenza di attivazione potrebbe portare la persona ad investire molto poco sull’evento, rischiando un risultato ugualmente compromesso.

Pensando quindi all’ansia come ad una sorta di sistema di allarme è funzionale nel momento in cui “suona” in situazioni di pericolo, o come anticipazione di esse. Nel momento in cui tale sistema dovesse suonare al minimo stimolo o non dovesse attivarsi potrebbe non risultare altrettanto funzionale.

Come si manifesta?

Le manifestazioni principali sono legate all’area del pensiero (“non sarò all’altezza”, “farò una brutta figura”, “non sarò in grado di...”,...) delle emozioni (preoccupazione, paura, irritabilità, agitazione, irrequietezza,) delle sensazioni corporee (tensioni muscolari, accelerazione della respirazione e del battito cardiaco, aumento della sudorazione, sensazione di svenimento, vertigini, disturbi digestivi, mal di testa, vertigini...) e a livello comportamentale (agitazione, alterazioni dell’appetito, evitamenti, insonnia, ...).

Risulta chiaro come le emozioni sottostanti la reazione di ansia operino un ruolo importante e fondamentale.

Quali sono i disturbi d’ansia?

Secondo il DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il manuale diagnostico più recente, i disturbi d’ansia nella società contemporanea possono essere così classificati:

  • Disturbo d’ansia da separazione
  • Mutismo selettivo
  • Fobie specifiche
  • Disturbo d’ansia sociale
  • Disturbo di panico
  • Agorafobia
  • Disturbo d’ansia generalizzato
  • Disturbo d’ansia da condizione medica
  • Altro disturbo d’ansia specifico
  • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato
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